RACCONTO BOEMO – Praha, 31 maggio 2016

(foto: Yuri Santini, testo: Matilde Peterlini)

Una città, Praga, fatta di tante storie; un fiume, la Moldava, le racconta; una bambina scopre di esserne parte; quattro personaggi rivivono sotto un forte temporale…

Così Praga narra i nostri contrasti, le nostre paure: il rapporto dell’uomo con la natura; il divario tra ciò che si è indotti a essere e ciò che si vorrebbe diventare; la percezione della responsabilità delle cose che accadono; il concetto di libertà; l’incertezza del futuro.

Il “Racconto boemo” nasce da un paio di giornate che il nostro drappello di esplorazione annuale ai confini con l’est europeo – composto da Giuseppe, Eleonora, Yuri e Matilde – ha passato girovagando a zonzo e con curiosità per Praga e la Repubblica Ceca nella primavera del 2016.

Se ogni riferimento a fatti realmente accaduti e/o a persone realmente esistite o esistenti è da ritenersi casuale o frutto di pura immaginazione, i luoghi invece, da Terezín a Praga, sono più veri che mai.

E vi dirò che alcune cose sono davvero successe: la guida, lassù al castello; la canzone “Freedom” che usciva da una finestra e noi che applaudivamo il musicista; l’incredibile temporale che ha fermato il tempo e le conseguenti pozzanghere che hanno messo in difficoltà i passanti; il dolce profumo di cannella e fuliggine del trdlo caldo; le bolle di sapone, la birra, la Becherovka e la “Rossa Primavera”; la bambina, soprattutto, davvero presente a quella finestra, sul cui davanzale c’era esattamente quella pianta, e che alla fine ci ha salutato!

Così nasce questo racconto un po’ cupo, diciamo “temporalesco”, come quella giornata, che però è rimasta impressa nelle nostre menti come qualcosa di prezioso e indimenticabile, un granato ceco rosso scuro.

Colonna sonora:

Freedom – Anthony Hamilton: https://www.youtube.com/watch?v=8IydisW8iwU

Moldava – Bedřich Smetana: https://www.youtube.com/watch?v=ddOAFzImZk0

Ecco qui un assaggio del racconto:

La Moldava e i suoi ponti

“…la bambina è immersa nel racconto della Moldava. La bambina è la Moldava, come il fiume raccoglie ciò che è stato – storie apparentemente diverse e lontane nel tempo, ma intimamente legate – e diviene ciò che è.”

 

Vecchio cimitero ebraico di Praga

“Quella stessa mattina del 1589 il rabbino di Praga Jehuda Loew ben Bezalel spiava dalla sinagoga Vecchia-Nuova la creatura da lui evocata aggirarsi tra le lapidi che affollavano il cimitero, mentre i primi raggi del sole filtravano tra le fronde svelandone l’inquietante presenza.”

 

Celle della Fortezza minore di Terezín

“Nella cella della Fortezza minore di Terezín la luce era calata improvvisamente, si era fatta fioca, sebbene non fosse ancora sera. Un vento forte spirava attraverso l’inferriata portando l’odore dei campi di battaglia. Gavrilo non poteva sopportare quel peso che gli comprimeva i polmoni ben più della tubercolosi.”

 

Bottega di marionette a Malà Strana

“Mentre il cielo minaccia, la Moldava appare come un vortice dal quale non si può tornare indietro. Il suo flusso cupo permea la mente. La bambina ne sente la presenza e ha paura. Non sa se può portare il peso di quel racconto. Corre, finché il cielo trattiene il pianto, attraverso una Praga inconsapevole e impassibile: il Vicolo d’Oro, il Museo di Franz Kafka con i “I pisciatori” di David Černý, Malà Strana con le botteghe di marionette. Ed eccola sul Ponte Carlo passare tra romantici abbracci e artisti di strada. Non sentono la voce del fiume? Possibile che per loro sia solo uno sfondo? Non percepiscono il tempo che è trascorso e l’istante che passa?”

 

Temporale su Praga

“L’attesa si spezza. Il cielo piange: prima con lacrime rade e grosse, poi con singhiozzi, infine si apre in uno scroscio incessante.”

 

Temporale su Praga

“La vita si ferma per un attimo: è l’istante in cui tutto può accadere, l’immobilità ha azzerato lo scorrere del tempo, la disperazione del cielo lava via ogni indugio. Mentre tutto è inaspettatamente sospeso senza alcun controllo, si apre la possibilità di compiere l’impossibile.”

 

Sinagoga Pinkas

“La pioggia trascinava la vernice lungo le vie grigie colorandole della tinta inaspettata e vivace: la libertà diventava contagiosa e si diffondeva a macchia d’olio, la pioggia lavava via ogni paura.”

 

La bambina alla finestra

“Ora che il cielo ha smesso di piangere, la bambina guarda dalla finestra con occhi nuovi.”

 

La bambina alla finestra

Bolle di sapone in Piazza della Città vecchia

“Sotto l’orologio astronomico gli artisti delle bolle di sapone si improvvisano pifferai magici dei bimbi di passaggio.”

 

Se volete leggere il racconto completo contattateci alla nostra mail:

yurmat@virgilio.it