BRETAGNE – “Le Vent Nous Portera”

Agosto 2014: viaggio lungo la costa bretone da Mont Saint Michel (Normandia) a Carnac, alla volta della straordinaria Enez Eusa (l’isola di Ouessant o isola del terrore).

Colonna sonora:

Billiy Bud- Vinicio Capossela  http://www.youtube.com/watch?v=MBO3yNiGgPU#t=29 ;

Le Vent Nous Portera – Noir Dèsir  https://www.youtube.com/watch?v=NrgcRvBJYBE

 

(foto Yuri Santini)

In Bretagna un vento bizzarro spazza il Cielo, la Terra e l’Oceano.

Cielo e nuvole danzano a ritmo sfrenato.

Pietre e saghe di popoli leggendari restano sommerse e riaffiorano sotto le ampie maree del tempo e, come luci lontane ma potenti di innumerevoli fari, guidano antichi corsari, venditori di cipolle e futuri marinai.

Solo e intenso il rumore dell’Oceano ne infrange con costanza gli echi contro le scogliere e racconta che tutto scorre, che lui ne è testimone, che noi e il nostro tempo siamo solo una delle tante, piccole gocce.

Qui, nella mite terra dei tramonti, l’Oceano si mangia il Tempo e noi ci crogioliamo in questa immensità di infinita bellezza dall’alto di una scogliera battuta dalle tempeste; cullati nella nostra piccola isola di erika, more e burro salato; consapevoli che l’essenza di ogni goccia, solo essa, durerà per sempre.

(testo Matilde Peterlini)

AH! LA CORSE…!

(foto: Yuri Santini)

 

Isola… il concetto di isola mi ha sempre inquiestata. Non vorrei mai vivere su un’isola: mi sentirei in gabbia, limitata, dipendente da traghetti e aerei per vedere nuovi orizzonti. Ma con che occhi gli isolani vedono i continenti? Si sentono perduti, indifesi? O, in fondo, i continenti non sono altro che isole molto grandi?

Certo, nascere e vivere in un universo parallelo come la Corsica non dev’essere facile o deve essere una scelta… e il viaggio me lo ha confermato.

La Corsica è un frutto succoso e invitante, ma dal sapore aspro e il nocciolo duro e amaro.

Il suo mare è un limpido lapislazzulo, è la voce irresistibile e attraente di una Sirena.

La macchia selvaggia è avventurosa e intrigante, ma ti lascia sempre il torso scoperto, al sole, e ti fa sentire costantemente un intruso.

E le montagne, inizialmente dolci e levigate, divengono ben presto spigolose e ostili, costellate di guglie pungenti e profonde forre, come un ammasso di rottami rocciosi rumorosamente spezzati e tenuti ora celati nel cuore taciturno e solitario dell’isola.

La natura primordiale, con il suo fascino ammaliatore, si contende, incessantemente, l’isola con l’uomo.

I corsi hanno imparato, nel tempo, a non fidarsi nè della natura nè dell’uomo: poche parole, molti sguardi. La Corsica è un luogo di relazioni arcaiche, complesse e mischiate, sottilmente percepibili: c’è qualcosa di sofferto, un dolore sommesso, un grido di ribellione soffocato che si mischia al profumo pungente e amaro del maquìs.

(Matilde Peterlini)